L’insostenibile leggerezza di Veltroni

Walter Veltroni all’ultima Assemblea Nazionale del PD ha sostenuto la seguente tesi: “ogni volta che la sinistra si è divisa ha fatto del male a se stessa e al paese”.  A supporto della tesi ha menzionato e interpretato quattro fatti storici: la vittoria di Berlusconi nel ’94, dovuto secondo Veltroni alla divisione tra Patto Segni e Progressisti, la caduta di Prodi nel ’98 per l’uscita di Rifondazione, la caduta di Prodi nel 2008 per l’uscita di Mastella attribuita da Veltroni alla sinistra, la “carica dei 101” che ha bocciato la candidatura di Prodi al Quirinale.  Le stesse argomentazioni le ha ripetute pari pari nell’incredibile intervista su Repubblica  a Eugenio Scalfari, che lo gratifica del titolo di “padre nobile della sinistra italiana”. Alcune osservazioni sui fatti che richiama Veltroni: riguardo al 1994, ascrivere a posteriori alla sinistra il Patto Segni – Patto per l’Italia come fa Veltroni è una forzatura che da ragione a posteriori a Berlusconi, per il quale tutto ciò che non gli era sodale era etichettabile come “comunismo”, e non considerare che la coalizione dei Progressisti guidata allora da Occhetto rappresentò il massimo possibile di unità a sinistra. Sul ’98, il governo Prodi si basava su un patto di desistenza elettorale e un sostegno esterno parlamentare di Rifondazione Comunista. Quando Rifondazione scelse di staccare la spina, con una scelta politica alla luce del sole, subì, quella sì, una scissione da cui nacquero i comunisti italiani, che però non fu sufficiente  a salvare quel governo ma permise la prosecuzione della legislatura con i governi D’Alema e Amato. Non ci fu dunque alcuna divisione della sinistra che determinò la caduta del governo Prodi, ma anzi ci fu una divisione interna a Rifondazione per cercare di salvarlo. Sul 2008, Veltroni ribadisce la vulgata menzognera per la quale i ministri della sinistra manifestavano in piazza contro il governo (l’unico a farlo fu in realtà il cattolico Beppe Fioroni contro l’ipotesi dei DiCo di Rosy Bindi), quando è noto che fu la nascita del PD e l’annuncio di elezioni anticipate e di fine dell’alleanza fatto da Veltroni a determinare la scelta di Mastella di far cadere il governo. Sul voto per il presidente della Repubblica nel 2013, Veltroni ascrive alla categoria “divisioni della sinistra” un voto dei franchi tiratori del PD che determinò la fine della segreteria proprio di Bersani con le dimissioni sue e del presidente del partito Rosy Bindi, spianando la strada a Letta e Renzi.  Se Veltroni non trova argomenti migliori per supportare il suo bel pensierino sui mali della divisioni a sinistra, forse è meglio che riveda la sua tesi. Se invece vuole comprendere meglio i quattro fatti storici che evoca, allora provi con la categoria interpretativa “divisioni del centro postdemocristiano” e forse troverà la chiave giusta.

20070627-TORINO-POL-WALTER VELTRONI L'interevnto di Walter Veltroni. MATTEO BAZZI/ANSA
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L’interevnto di Walter Veltroni.
MATTEO BAZZI/ANSA
L’insostenibile leggerezza di Veltroniultima modifica: 2017-03-05T23:31:00+01:00da sdluca1
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