Bando periferie, buona cosa ma fatta male

Gentiloni ha firmato la convenzione per i primi 24 progetti finanziati dal bando per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie, lanciato a giugno scorso da Renzi con 500 milioni, diventati poi 2 milardi con la legge di stabilità per poter finanziare tutti i progetti presentati e non solo quelli che l’apposita commissione ha reputato migliori. Finalmente una buona notizia dal governo, con alcuni ma: 1) il bando era destinato alla riqualificazione urbana e a rendere più sicure le periferie, in realtà visto i tempi stretti per la presentazione (da giugno ad agosto 216) e la scarsità di risorse per investimenti che attanaglia i comuni, ha funzionato in gran parte come rfonte di finanziamento per una serie di opere pubbliche per le quali mancavano i soldi per farle partire. Quindi la finalità precisa di intervenire su periferie degradate ne è risultata molto diluita. Inoltre dopo i primi 24 progetti valutati più meritevoli saranno finanziati comunque tutti quelli presentati, anche quelli reputati peggiori, scelta quanto mai discutibile e foriera di sperpero di denaro pubblico. Insomma la selettività degli interventi è andata un po’ a farsi benedire.
2) le città metropolitane, assurdi enti che hanno sostituito alcune province, hanno presentato progetti che obbligatoriamente riguardavano anche altri comuni del territorio (ex) provinciale, mentre i “semplici” comuni capoluogo (tra cui anche quindi Vibo Valentia e Carbonia!) progetti che riguardano solo il loro comune. Si realizza così una inspiegabile sperequazione tra un comune che ricade nel territorio di una Provincia “semplice”, escluso dalla possibilità di finanziamento, e un comune che fa parte della ex-provincia ora Città Metropolitana. Per le città metropolitane inoltre il limite massimo finanziabile era più che doppio rispetto ai comuni capoluogo. Accade così, ad esempio, che la città metropolitana di Venezia coinvolga nel progetto 13 comuni, prevedendo interventi a Portogruaro, San Stino, Dolo, Mira, Chioggia, San Donà ecc. mentre per la provincia di Treviso e le altre province venete, solo interventi nel comune capoluogo e per gli altri niente . Accade così anche a Vicenza, dove il sindaco Variati si rallegra dei 18 milioni che arriveranno per la sua città, ma, da presidente dell’Unione delle Provincie Italiane, potrebbe anche chiedere che i prossimi auspicabili bandi non perpetuino questa pericolosa discriminazione territoriali e magari individuino nelle province i destinatari del finanziamento, in modo da garantire un eguale coinvolgimento di tutti i comuni italiani. Se è giusto chiedere, come ha fatto il sindaco di Bari e presidente dell’ANCI Decaro, che il bando diventi strutturale, va anche detto che non può essere più fatto in questa maniera. Una qualche selezione dei progetti va prevista, il criterio dei comuni capoluogo di provincia ha poco senso visto l’esistenza di province improbabili come quelle regionali della Sardegna o altre piccole province prive di senso istituite negli ultimi 15 anni con piccole città come capoluogo, la differenza di trattamento per le città metropolitane è un fattore di ingiustizia e di sperequazione inspiegabile per i territori vicini alle città più grandi.cittàà

Bando periferie, buona cosa ma fatta maleultima modifica: 2017-03-08T00:17:16+01:00da sdluca1
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