Se le Province non saranno più votate dai cittadini, verrà meno la difesa del territorio

Sull’Espresso in edicola, il presidente della Provincia di Torino, e Presidente dell’Unione delle Province Italiane, Antonio Saitta, spiega con efficacia perché solo le province elette dai cittadini, e non quelle come le vorrebbe far diventare il governo, prive di mandato popolare e frutto di accordi tra i sindaci dei comuni, possano difendere il territorio e arginare l’aggressione che subisce da anni, spessissimo con i sindaci come primi attori della cementificazione.

Ricorda infatti Saitta di aver «fermato l’insediamento di Ikea in una zona agricola a La Loggia quando c’erano accanto, certo a prezzo più alto, aree industriali libere: con il Comune che aveva già detto sì e il parroco che in Chiesa mi ha quasi scomunicato durante la predica, mentre invitava i fedeli a pregare Dio perché Ikea costruisse. Non avrei potuto farlo senza un’investitura popolare, se non fossi stato eletto dai cittadini. Come non avrei potuto bloccare l’enorme impianto fotovoltaico che il ministero della Difesa voleva stendere su settanta ettari in quel polmone naturale che è La Vauda, consenzienti i Comuni interessati in cambio di benefici economici». La stessa dinamica si è verificata anche per la Provincia di  Treviso.

Anche qui Ikea aveva individuato un’area agricola in un piccolo comune, Casale sul Sile, che  fronte di una qualche piccola opera pubblica come una scuola elementare, dava il via libera ad un insediamento le cui conseguenze e ripercussioni evidentemente andavano a coinvolgere un territorio ben più ampio di quello dei confini comunali. Qui il Presidente della Provincia ha meno sensibilità ambientale, e infatti è stata portata in Consiglio la proposta di modifica al piano territoriale. Secondo il PTCP, infatti, non sono previsti insediamenti di nuovi commerciali se non in aree dismesse, e non invece consumando territorio libero o agricolo. Così come il Comune di Vedelago aveva avvallato un progetto di devastazione di un ampio territorio agricolo, a ridosso di ville palladiane, per l’escavazione di ghiaia e la costruzione di una cartiere e di un enorme macello, nonché l’apertura di un nuovo casello sulla progettata nuova Pedemontana Veneta. Anche qui il PTCP non consentiva l’operazione, era necessaria una deroga.

Quindi la Giunta Muraro porta in Consiglio la richiesta di deroga al Piano Terrritoriale di Coordinamento, per avere mano libera nelle trattative che intende condurre con i privati per consentir loro di procedere con i progetti, ma il Consiglio non approva la deroga, e non se fa più niente. Un Consiglio Provinciale eletto dai cittadini ha potuto mettere lo stop; se ad amministrare la provincia fossero i sindaci, come vuole il ministro Delrio, è molto più probabile che l’atteggiamento sarebbe stato diverso.

E ancora, la centrale elettrica falsamente a biomasse che dei privati volevano costruire in oasi naturalistica a Borso del Grappa, non è stata fermata certo dalla Regione, né dal Comune la cui ordinanza gli avvocati dei privati hanno facilmente fatto cassare dal Tar, ma dalla Provincia e dal suo piano territoriale, che per fortuna è stato elaborato e votato da amministratori eletti e non dai sindaci.

 

Il trasferimento della competenza urbanistica è purtroppo recente e non ancora pienamente a regime; è sui comuni e sulla Regione che cade la responsabilità del saccheggio del territorio veneto che oramai tutti dicono di voler dismettere. Con l’eliminazione delle province come enti elettivi, per trasformarli in enti di secondo grado, si potrà probabilmente mettere la parola “fine” alla pianificazione, e avrà libero campo il mercanteggiamento continuo tra gli interessi privati e gli interessi pubblici, dove è chiaro che saranno i primi a prevalere sui secondi.


Se le Province non saranno più votate dai cittadini, verrà meno la difesa del territorioultima modifica: 2013-11-08T19:37:00+01:00da sdluca1
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