Il senatore Stiffoni afferma dai microfoni di Radio 24 che i leghisti hanno un dna diverso e garantisce che non ci sono gay tra di loro.
E poi Stiffoni non era quello che salutava il costruendo crematorio a Treviso come soluzione alla presenza degli extracomunitari ? e quello che dichiarava ““l’immigrato non è mio fratello, ha la pelle di colore diverso” ?
Anche a noi a volte viene da pensare che i leghisti abbiano un dna diverso, ma non nel senso che intende Stiffoni. Hanno un dna diverso da quello democratico ed europeo del ventunesimo secolo. Abbarbicati a mitologie farlocche su inesistenti comunità di sangue, fanno finta di non sapere e di non vedere il mondo nel quale anch’essi vivono. Auspichiamo che i tanti gay che votano e militano anche nella Lega sveglino Stiffoni dal suo sonno ideologico e lo informino che il Medioevo è già passato da un po’.
Raccomandiamo poi ai leghisti maggior prudenza nel rivendicare il proprio machismo. Il loro capo, nonostante le sue vanterie, si è preso un bel accidente. E se la progenie che tanta potenza ha generato, e che i leghisti vorrebbero fare assurgere a nuova classe dirigente del paese, è rappresentata dal famigerato e pluribocciato “Trota”, allora forse c’è da dubitare dell’utilità per il paese della “ortodossia” leghista in materia di orientamento sessuale.
E un ultimo appello rivolgiamo ai leghisti trevigiani: perché dare questo spettacolo pietoso sui mezzi di informazione nazionale, perché rappresentare la nostra provincia come ricettacolo di tutti i bigottismi, i razzismi e le fobie di questo mondo. Non provate almeno un po’ di vergogna ?