Da anni considero Maria Teresa Meli la peggiore giornalista politica italiana, del tutto indegna di scrivere su un qualsiasi giornaletto e invece restroscenista ufficiale del Corriere della Sera. Ultimamente molto dedita anche al solito costume italico dell’elogio ammirato del potente di turno, come dimostra questa sintesi del retroscena di oggi sulle incredibili imprese di Renzi: “L’avevano dipinta come la tassa che Matteo Renzi doveva pagare all’Europa… Alla fine … il premier si è mostrato come il deus ex machina che non si fa imporre la linea…
Di più, dopo aver sconfitto l’oltranzismo della Cgil,… il presidente del Consiglio è andato incontro alle richieste della parte dialogante della «sua» minoranza interna, …Renzi ha scavato un altro profondo solco nella minoranza del Partito democratico, isolando ulteriormente i Fassina e i Cuperlo, …
Di più: ha allargato il divario già esistente tra la Cisl, che ha lavorato a favore della soluzione finale raggiunta sui decreti del Jobs Act e la Cgil …
un politico abile come Renzi…
Il premier è noto per la rapidità delle decisioni …
ancora una volta…,alla fine della festa, è il premier a dire l’ultima parola.”
Davvero incontenibile l’ammirazione della giornalista per i super poteri renziani.
Il Corriere della Sera offre però oggi anche un’altro esempio di come i
Dopo che Napolitano, nel 2011, ha mostrato di non volere elezioni anticipate, c’è chi dice, paradossalmente, che, forse, non andremo più a votare. Il Partito democratico è saldamente al potere nel governo nazionale, così come nelle amministrazioni locali. Perché dovrebbe andare ad elezioni col rischio di perderle? È un interrogativo, e un calcolo, che ogni forza politica farebbe e che il Pd fa a parziale conferma che, anche se il comunismo è morto, i comunisti sono ben vivi. Non ci stiamo incamminando verso soluzioni di socialismo reale. Ma è anche un fatto che qualcuno ci crede, attrezzandosi per farvi fronte, come dimostrano le cronache di questi giorni sulla (re)insorgenza di movimenti neofascisti. Sembra che si stia concretizzando una regola che, agli inizi del Novecento, in Italia e in Germania, aveva assunto una qualche legittimazione.
Ogni volta che la sinistra esagera, spingendo l’acceleratore per soluzioni collettiviste e totalitarie, spunta la destra estrema che si propone come la soluzione del problema con metodi non democratici.”