contro la crisi e contro il razzismo

FONDO ANTICRISI PROVINCIA: IL FONDO ESAURITO SEGNATO DAL RAZZISMO, SI RIFINANZINO INTERVENTI SENZA DISCRIMINAZIONI

Ieri sera si è riunita la commissione lavoro del consiglio provinciale, a seguito della richiesta di convocazione formulata dai gruppi della sinistra il 16 marzo, allorché appariva ormai chiaro l’imminente esaurimento del fondo di 500.000 euro. Nel corso della seduta sono stati illustrati i dati relativi alle richieste evase, che il presidente Muraro ha voluto fornire prima alla stampa che alla commissione provinciale, dimostrando ancor una volta scarso rispetto per l’istituzione consiliare.

La storia del fondo anticrisi va brevemente ricordata: nel bilancio di previsione per il 2009 la Giunta non prevede alcun provvedimento anticrisi. Come gruppi della sinistra chiediamo vengano destinate risorse e presentiamo emendamenti al bilancio per reperirle. I gruppi della maggioranza reagiscono proponendo un emendamento al bilancio, che viene accolto dalla giunta e che destina 500.000 euro. Questo accade il 22 dicembre del 2008. La Giunta impiega alcuni mesi, il Presidente Muraro si consulta con il vescovo, per decidere come impiegarli.

Il bando, predisposto dal gabinetto del Presidente Muraro e non dall’Assessorato al Lavoro, viene emanato  solo ai primi di aprile. Il bando è fatto male, scopiazzato da quello della Provincia di Milano e con una serie di restrizioni che rendono difficile accedere al contributo. In più il Presidente Muraro afferma, con scarso senso del ridicolo, che il bando serve a vedere se davvero c’è la crisi. Chiediamo subito perciò una revisione del bando, che si allarghino i requisiti e che si migliori la diffusione dell’informazione sull’esistenza del bando (il bando è infatti inviato ai parroci ma non ai patronati sindacali). Già dopo un mese appare chiaro che il bando non va: le richieste arrivate sono solo una dozzina. Ma la Giunta attende la fine di maggio per constatare come quel bando non serve a niente: quasi nessuno rientra in quelle maglie così strette per poter chiedere il contributo. A fine giugno arriva il bando con i requisiti modificati e allargati. Rispetto alla formulazione originaria del bando, che ha comportato un sostanziale fiasco dell’iniziativa, si tratta di un radicale allargamento dei requisiti per accedere ai contributi.

Prima, dal bando erano infatti esclusi i disoccupati che avevano perso il lavoro dopo il 1 ottobre 2008 e non avevano fatta domanda di disoccupazione. Erano inoltre esclusi i single, e venivano dati contributi solo a fronte di spese per mutuo prima casa, o per assistenza agli anziani o per spese per i figli. Ora invece possono fare domanda anche coloro che hanno perso il lavoro dopo il 30 giugno 2008, anche se hanno  richiesto l’indennità di disoccupazione. Sono inclusi anche i single, e si può ricevere un contributo una tantum di 1.000 euro anche senza avere a carico le spese per mutuo, figli o anziani. Viene inoltre leggermente elevata a soglia massima dell’Isee necessaria per poter essere ammessi ai finanziamenti del bando.

L’esclusione che invece resta confermata anche nella nuova versione è quella nei confronti di chi non ha la cittadinanza italiana e di chi non risiede in provincia di Treviso da almeno 5 anni. Si tratta di una discriminazione nei confronti dei lavoratori stranieri che contribuiscono al benessere e all’economia della nostra provincia, che pagano le tasse agli enti locali così come alle casse dello stato, che versano i contributi per pagare le pensioni agli ex-lavoratori italiani. Che sono colpiti dalla crisi non meno, anzi forse in misura maggiore, dei lavoratori italiani e trevigiani, ma che, secondo il Presidente Muraro, se hanno perso il lavoro è bene che si arrangino.

Compiacersi oggi del fatto che cittadini italiani nati all’estero abbiano potuto beneficiare del fondo e portare questo dato a dimostrazione del fatto che il bando non è razzista, come afferma il Presidente Muraro, è un esercizio sofistico e ingannevole. Il bando non è patentemente “razzista” perché non può esistere un bando pubblico, nella Repubblica Italiana, nel quale si dica “sono escluse dal bando le persone di colore, o di pelle più scura, o di religione non cattolica, anche se cittadini italiani”. Per fortuna in Italia vige ancora la Costituzione. Certamente non era possibile neanche per la superleghista Provincia di Treviso negare ad un cittadino italiano un suo diritto solo perché nato in uno stato estero.

Il bando è profondamente discriminatorio e xenofobo perché intende penalizzare ed escludere i lavoratori e i residenti stranieri, utilizzando al massimo quei paletti che la legge consente, in base ad un assunto ideologico leghista, che è normale definire “razzista”.

Che poi Muraro se ne vergogni e voglia apparire un amministratore democratico e aperto, non può che farci piacere. Ma allora sia coerente e rimuova il requisito della cittadinanza italiana per aiutare chi ha perso il lavoro.

Al motto leghista a sfondo etnico “Prima i Veneti”, andrebbe contrapposto un motto di buon senso “Prima chi ha bisogno”, senza badare al colore della pelle. Se poi le risorse sono poche per aiutare tutti, allora si cominci a ragionare sulle priorità nella distribuzione delle risorse pubbliche e sulla equità del prelievo fiscale.

Ieri sera, così come avevamo fatto in sede di Bilancio 2010 con un emendamento respinto dalla maggioranza, abbiamo chiesto che le risorse per il fondo anticrisi vengano reintegrate, ma il Presidente Muraro non ha preso impegni riguardo al rifinanziamento del fondo. La Giunta sta esaminando la possibilità di intervenire in altro modo sul fronte della crisi, e l’assessorato al Bilancio è in attesa dei dati di maggio sull’andamento delle entrate per verificare le disponibilità finanziarie.

Abbiamo ribadito al Presidente la necessità di individuare ulteriori risorse anticrisi, ovviamente rimuovendo gli ostacoli razzisti alle iniziative che verranno intraprese: i dati relativi al primo trimestre del 2010 ci dicono che la collocazione in CIG è triplicata rispetto allo stesso periodo del 2009 e che anche i licenziamenti stanno seguendo un trend preoccupante. Lungi dal risolversi, la crisi occupazionale sta attraversando la sua fase forse più acuta; in una simile situazione, un’amministrazione seria ha il dovere di intervenire e di farlo senza discriminazioni.

contro la crisi e contro il razzismoultima modifica: 2010-04-14T22:14:25+02:00da sdluca1
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