Non sono i porti ad essere chiusi, ma la testa di Toninelli

I porti italiani non sono chiusi, non lo sono mai stati, non esiste alcun provvedimento del Governo in questo senso, è solo un elemento narrativo del mondo artificiale creato dalla propaganda degli staff di comunicazione di Salvini e soci, lautamente pagati con soldi pubblici per perseguire interessi privatissimi. Nei giorni scorsi lo hanno dichiarato pubblicamente i presidenti delle autorità portuali, piuttosto informati in materia. Dire la verità e raccontare i fatti reali è un fatto insopportabile per i nuovi potenti che hanno costruito la loro scalata al potere sulla menzogna e intendono mantenerlo e preservarlo cercando di far scomparire totalmente la realtà precipitandola in un vortice di hastag, dirette social, balconate e idiozie propagandistiche varie. Per questo il ministro Toninelli si è sentito in dovere e in diritto di convocare i presidenti delle autorità portuali, minacciando azioni disciplinari e avvertendo per il futuro di non permettersi più di dire la verità. Una vergognosa chiamata al silenzio e alla cieca obbedienza. Una richiesta di sudditanza a funzionari pubblici nei confronti di ministro e di un governo che non sopportano la competenza e l’oggettività ma campano di fandonie.

L’atto di Toninelli, non a caso affiancato dal sottosegretario salviniano Rixi, è un altro segnale del modo in cui i nuovi potenti intendono la democrazia.

Vediamo le dichiarazioni dei presidenti dei porti “scandalose” per il Toninelli:

Pino Musolino, presidente Autorità portuale Venezia:

“Sotto il profilo squisitamente tecnico i porti italiani non sono chiusi. Infatti non esiste un decreto del MIT ex art 83 C. Navigazione che chiuda, per motivi di ordine pubblico (comprovato, attuale e imminente) i porti italiani. Il Ministero dell’Interno può vietare lo sbarco di passeggeri, non l’ingresso ne’ l’approdo di navi nei porti, competenza riservata dalla legge esclusivamente al MIT. Addirittura, a norma dell’art 1113 Cod Nav esistono profili di rilevanza penale nel caso di omissione di soccorso in mare a carico dei privati, figuriamoci a carico di un soggetto pubblico. In sintesi, in assenza di uno strumento giuridico concreto (il decreto del MIT) i porti italiani non si possono chiudere. Quindi in questo momento, in carenza di un provvedimento a norma di legge, i porti italiani restano aperti”

Carla Roncallo, presidente Autorità portuale Genova:

“Il porto della Spezia, come quello di Marina di Carrara non sono chiusi come, ritengo, non lo siano gli altri porti italiani. Non risulta alcun decreto, ordinanza o provvedimento che disponga la chiusura. Sarebbe necessario un decreto del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, motivato da ragioni di ordine o sicurezza pubblica, che non ci è mai stato notificato e pertanto ne deduco che non sia mai stato emesso. Qualsiasi nave – sottolinea – può quindi chiedere l’autorizzazione all’attracco e seguire le normali procedure e indicazioni impartire dall’Autorità Marittima. Diversa invece è la questione dell’autorizzazione allo sbarco, operazione che può essere vietata dal Ministero dell’Interno”

Pietro Spirito, presidente Aurorità portuale Napoli:

“Non esiste alcuna ordinanza di chiusura dei porti italiani. Il potere di ordinanza sul versante marittimo sta nella responsabilità del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che può vietare gli approdi per comprovati motivi di ordine pubblico. Di converso, al Ministro degli Interni spetta la responsabilità di vietare gli sbarchi. Anche in questo caso non mi risulta che esista ordinanza in materia. Sarebbe opportuno che si operasse per atti amministrativi, piuttosto che per dichiarazioni di indirizzo politico. Lo stesso vale per tutte le istituzioni, ovviamente”.porti chiusi

Non sono i porti ad essere chiusi, ma la testa di Toninelliultima modifica: 2019-01-11T11:05:38+01:00da sdluca1
Reposta per primo quest’articolo