referendum: una grande occasione per il cambiamento

Una settimana fa si è svolta la riunione di costituzione del comitato provinciale per il sì al referendum contro il nucleare. Una riunione molto partecipata, convocata prima e senza alcun collegamento con quanto avvenuto poi in Giappone nella centrale di Fukushima. Perché, fortunamente, c’è ancora gente che lavora sulle questioni importanti, al di là delle contingenze e dei titoli dei telegiornali, e produce così buona politica e vera partecipazione.

Ora di nucleare si è ripreso a parlare in televisione, quindi la questione è “entrata nell’agenda del dibattito pubblico”, come dicono gli esperti di comunicazione. A giugno si terrà un referendum e dunque gli italiani potranno esprimersi sulla sì al refe nucle.jpgscelta con la quale Bossi e Berlusconi hanno deciso di riportare il nucleare in Italia. Si tratta di una opportunità democratica straordinaria, visto che ben poca voce in capitolo hanno i cittadini su quanto decide quella ristrettissima cerchia dei capi di Lega e PDL che hanno in mano le sorti del paese. Teoricamente dovrebbero essere i parlamentari a rappresentare il popolo e a portarne la voce e le volontà nelle istituzioni, ma a causa della legge elettorale di Calderoli e del disprezzo del Parlamento di Berlusconi essi non sono altro che proni ratificatori delle scelte del Governo, privi di qualsiasi autonomia e anche oramai privati di autorevolezza dal disgustoso comportamento di alcuni voltagabbana in vendita al miglior offerente. Ben venga allora l’utilizzo del referendum, di questo strumento di democrazia diretta che in tanti continuano a dare per defunto e sorpassato, nella speranza che non intervenga l’opinione e il voto diretto dei cittadini a intralciare i disegni dei potenti o i difficili equilibri interni ai partiti su questioni sulle quali non si riesce a scegliere.

Va dato merito a Italia dei Valori di avere intrapreso la via referendaria sul nucleare e contro il legittimo impedimento; e ai comitati per l’acqua pubblica, sostenuti anche da Sinistra Ecologia Libertà e Federazione della Sinistra, di aver lanciato la campagna referendaria sull’acqua. Oggi si prospetta dunque una tornata referendaria importante e su temi cruciali: fermare il nucleare, bloccare la privatizzazione dell’acqua, ribadire che la legge è uguale per tutti attraverso l’abolizione della legge sul legittimo impedimento scritta dai legali del premier.

La capacità di affrontare le questioni e di prendere su queste iniziative importanti al di là delle priorità che indica la cronachetta quotidiana, dovrebbe essere una caratteristica delle forze politiche serie. Oggi evidentemente è molto più facile prendere posizione sul nucleare, tanto che il PD, che non aveva sostenuto il referendum né preso posizione su come votare, si è poi espresso martedì scorso, a reattore esploso, con una intervista di Bersani a favore del sì al referendum, scontando subito il dissenso di Marco Follini, favorevole al nucleare come i suoi ex compagni di partito dell’UDC.

Ora la battaglia referendaria diventa più forte, e lo sarà ancor più se il PD scioglierà le proprie riserve anche sui referendum per l’acqua pubblica. Quando fu avviata la raccolta delle sottoscrizioni per chiedere il referendum, Bersani annunciò una operazione alternativa del PD, preparare una proposta di legge sulla gestione dell’acqua sulla quale raccogliere un milione di firme. Perché, disse Bersani, “il referendum non è la strada giusta”. La proposta di legge fu preparata solo sei mesi dopo e non venne raccolta nessuna firma, per il referendum invece si è verificata la più larga adesione tra tutti i referendum della storia della Repubblica, anche grazie alla grande partecipazione e mobilitazione di elettori e militanti del PD che non dettero particolarmente retta alla posizione ufficiale del loro partito. Ora, auspichiamo che il fatto che sia stato l’allora ministro e oggi finiano Andrea Ronchi il promotore della privatizzazione dell’acqua, non renda tiepido il sostegno del PD a questa fondamentale battaglia.

Sui prossimi referendum si può giocare una partita importante, di merito e di metodo. Di merito, perché le questioni trattate impattano direttamente sulla vita dei cittadini e sulla qualità del nostro sistema democratico. E, da un punto di vista politico, potrebbero ben rappresentare un nucleo di tematiche sul quale ricostruire una coalizione di cittadini e di forze politiche alternativa alle politiche dominanti della destra. Di metodo, perché grazie all’importanza del merito si può tentare un rilancio dello strumento referendario, che è stato in Italia un potentissimo motore di progresso e di cambiamento e può tornare ad esserlo, se solo si faccia fiducia ai cittadini e alla loro voglia di partecipazione. Il fattore innovativo di questi referendum è il protagonismo di una amplissima rete di comitati, gruppi, associazioni, individui, che si sono da anni mobilitati sull’acqua pubblica e da mesi sul nucleare. Come dimostrano anche le grandi manifestazioni degli ultimi mesi, da quelle degli studenti a quella delle donne a quelle in difesa della Costituzione a quelle per celebrare l’unità d’Italia in sostituzione di istituzioni inadempienti, se i partiti comprendono di non poter esaurire in sé né la mobilitazione democratica né la rappresentanza di quanto di positivo circola nella società italiana, e viene lasciato il giusto spazio e dato il giusto ascolto alle istanze civiche, allora si può produrre davvero un cambiamento reale nel paese. E’ una occasione da non farsi sfuggire, perché passa anche di qui il superamento della sottocultura berlusconiana.

Per i suoi prossimi 150 anni l’Italia ha bisogno di cittadini, non di telespettatori.

referendum: una grande occasione per il cambiamentoultima modifica: 2011-03-18T17:56:29+01:00da sdluca1
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