la Lega, palla al piede del nostro territorio

  Parole sante, quelle di Paolo Menuzzo, industriale della Came cancelli e consigliere di Confindustria regionale, sulla Lega e sul Veneto. Menuzzo se l’è presa con il leghismo e con i discorsi di chiusura e razzismo tipici dei leghisti che fanno associare oramai in giro per l’Italia e per il mondo i trevigiani con i leghisti. Questi discorsi – afferma Menuzzo – rappresentano un freno, un danno economico alle nostre terre e alle nostre imprese. Anzi rappresentano un vero maleficio”.L’immagine del Veneto e dei Veneti è infatti da anni sporcata e infangata da biechi personaggi politici che hanno poco a che fare con il mondo occidentale del 2011.

Certamente la Lega e il leghismo costituiscono una palla al piede per chi si confronta su un panorama più ampio raz.jpgdella propria ristretta cerchia o paese. Prima o poi bisognerà cercare di quantificare quanto danno, anche economico oltreché sociale e civile, la Lega ha prodotto al nostro territorio. Sempre con la scusa di difenderlo, certamente, ma senza mai dimostrare la capacità di saperlo fare davvero e non solo gridando contro presunte invasioni o invocando i boia ad ogni fatto di cronaca. L’ascesa impetuosa della Lega nel nostro territorio ha significato uno scadimento della
qualità della classe politica e della categoria degli amministratori, la sostituzione della politica con gli slogan feroci e le battute truculente, la creazione di un blocco i potere non meno clientelare e anzi più autoritario di quello dei tanti criticati democristiani. L’affermarsi del leghismo ha coinciso con il venir meno della spinta propulsiva del modello veneto e trevigiano. La Lega non ha alcun strumento, né  politico né culturale, per  poter fornire una via di uscita dalla situazione di difficoltà  del nostro sistema. Non a caso, la soluzione miracolistica alla quale devotamente i leghisti
chiedono di affidarsi è l’avvento del federalismo, calato dall’alto grazie a Roma dove la Lega fa il cane da guardia di Berlusconi e soci in cambio dell’amata riforma. La salvezza, secondo la Lega, viene da Roma, non dal territorio. E la classe dirigente leghista si pensa di fatto come una succursale della Lega che sta a Roma e Varese: non è un caso che tutti i movimenti che hanno visto in prima persona i sindaci veneti chiedere riforme, fin dal movimento dei sindaci di Cacciari del ’96 fino a quello che chiedeva il 20% dell’Irpef ai comuni, sia stato scomunicato dai leghisti, in nome del cieco e fideistico affidamento al lavoro della Lega a Roma assieme a Silvio. La Lega può e sa solo gestire a fini elettoralistici i fattori di  ansia, le criticità e gli arretramenti sociali ed economici del territorio che occupa. Additando sempre nuovi nemici esterni, cioè invocando sempre nuovi alibi alla propria inadeguatezza, o vantando una superiorità razziale ed etnica ridicola e patetica, tipica di chi oramai è del tutto scarico di idee per il futuro. Non ha gli strumenti, forse neanche la voglia, di risolverli. E’ ora di cambiare ottica e di considerare la Lega non l’espressione del nostro territorio un corpo estraneo, una specie di pericoloso virus altamente infettante, che ha invaso quasi totalmente un organismo comunque sano, nonostante qualche acciacco, e lo sta via via trasformando in qualcos’altro, un qualcosa di profondamente malato e perciò dalle ridotte capacità, sia motorie che intellettive che sociali. Prima ci si accorgerà di questa pericolosa deriva, meglio sarà per tutti, anche per i leghisti, perché ne va del futuro del nostro territorio e delle nostre comunità.

 

la Lega, palla al piede del nostro territorioultima modifica: 2011-04-14T17:09:00+02:00da sdluca1
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