La Lega boicotta la manifestazione dei comuni contro la manovra. La conferma che si tratta di un movimento autoritario e centralista

La Lega è un partito nazionalista, autoritario e centralista. Quello che spaccia come “federalismo” ha ben poco a che vedere con la cultura delle autonomie, e molto a che vedere con l’etnocentrismo padano e con la voglia di piccole patrie chiuse e incontaminate. Quello che la Lega sogna è la secessione: costruire uno stato confederale chiamato Padania, composto dagli stati federati del Veneto, della Lombardia etc. La Lega Nord è nata su base regionale, dal fondersi di Lega Veneto, Lega Lombarda, Lega Piemonte, che secondo la Lega sono “nazioni” abitate da popoli diversi (Giampaolo Gobbo non è il segretario regionale veneto della Lega, ma è il segretario nathional veneto)

Al loro interno questi stati sarebbero del tutto autoritari e con ben poche articolazioni democratiche.

Questa cultura politica fondamentale, oltreché l’opportunismo e l’aderenza piena a tutte le scelte governative, spiega perché la Lega non abbia mai, in nessun caso, sposato alcuna rivendicazione degli enti locali organizzati. La Lega boicottò il movimento dei sindaci del Nordest del 1996, più di recente boicottò il movimento dei sindaci per il 20% dell’Irpef, ora si smarca dalla protesta di domani degli enti locali contro la stretta finale che la manovra del Governo vuole imporre alle loro finanze. Lunedì sera il direttivo federale della Lega, si dice convocato da Renzo “Trota” Bossi, ha deliberato: “Il direttivo federale ha deliberato che i sindaci iscritti non devono partecipare alle manifestazioni di protesta contro la manovra economica”.

La Lega difende gli enti locali nella misura in cui vi occupa posti di potere, in maniera del tutto strumentale, ma non concepisce una Repubblica Italiana costruita sulle autonomie locali, e quando può pratica l’espropriazione delle potestà degli enti locali per favorire il livello centrale, statale o regionale che sia. Addirittura, simpatizza evidentemente per la successione dinastica al potere.

Per questo nei comuni dove governa abolisce i comitati di quartiere, e ora, con l’ultima “porcata” di Calderoli sulle province, le trasforma da enti locali autonomi in enti regionali. Il progetto di legge costituzionale approvato dal Governo, infatti, secondo quanto riportato dal Presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro, conterrebbe una previsione non divulgata finora dal Governo, per la quale le nuove province dovrebbero assorbire le funzioni di una serie di enti di secondo livello, dunque rafforzare le proprie competenze, e al tempo stesso ridurre il proprio tasso di democraticità. Vi sarebbe infatti una unica carica elettiva, il presidente, senza una assemblea elettiva di riferimento, tuttalpiù un’assemblea di secondo grado emanazioimages?q=tbn:ANd9GcRN1BoWvNRNU57xcXF7gO4kVjoNLMuC9qs9c8RwebcE2FHz6lK2ne delle giunte comunali. Un pastrocchio che serve solo a salvaguardare le aspettative dei presidenti di Provincia leghisti, riuniti lunedì in quel di Monza, e  a rafforzare i centralismi regionali che tanto stanno a cuore alla cultura secessionista leghista.

La scelta imposta da Bossi agli enti locali leghisti di non aderire alla manifestazione nazionale di orgoglio egli enti locali rappresenta l’ennesima conferma della distanza siderale che separa la Lega da una vera prospettiva di autonomia dei territori.  Vedremo se qualche sindaco leghista avrà il coraggio di preferire gli interessi dei suoi concittadini a quello del suo partito.

 

La Lega boicotta la manifestazione dei comuni contro la manovra. La conferma che si tratta di un movimento autoritario e centralistaultima modifica: 2011-09-16T12:30:00+02:00da sdluca1
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