Dalla vittoria dei violenti di sabato può nascere la loro sconfitta definitiva

Sabato a Roma hanno vinto, oggettivamente, i violenti. Hanno sporcato una manifestazione che poteva essere grandiosa e memorabile; si sono fatti immortalare per la loro sciocca vanagloria mentre devastano oggetti innocenti e fingono dieva contro iva.jpg combattere la loro guerra immaginaria; si parla oggi più di loro, la cui dignità politica e culturale è molto al di sotto dello zero, che delle tantissime e dei tantissimi manifestanti armati solo delle proprie passioni e delle proprie speranze.

Ma ci sono i presupposti perché da questa loro vittoria possa nascere la loro sconfitta definitiva. Il loro gioco, infatti, è stato svelato. Solo qualche inguaribile fascista ha potuto questa volta tentare di criminalizzare l’intero movimento come violento: è invece chiaro e manifesto che i violenti operano contro il movimento, per la conservazione e la reazione. Pensare che siano solo dei prezzolati al soldo della destra probabilmente significa sopravvalutarli. Lo fanno anche gratis, neanche l’intelligenza di farsi pagare per il lavoro sporco che regalano ai signori della cricca globale.

La risposta alla violenza deve essere politica e non poliziesca. Pensare che il restringimento dei diritti sia la soluzione, come purtroppo pare voler fare anche Di Pietro rievocando la Legge Reale, significa proprio darla vinta ai violenti, riconoscere la loro forza e la debolezza della nostra democrazia. Il divieto di manifestare con cortei nel centro di Roma per un mese, annunciato dal sindaco Alemanno, è la risposta sbagliata e speculare a chi ha voluto sabotare la manifestazione di sabato. Tra gli obiettivi raggiunti dai violenti, si vuole aggiungere anche il divieto di manifestare venerdì per gli operai della Fiat convocati dalla FIOM ?

Dopo la giornata di sabato, l’eccezionalità rispetto alle altre piazze del mondo di quanto accaduto, si pongono delle questioni concrete al movimento, se vuole rilanciare l’iniziativa e non rischiare la dispersione. Ed una di queste è come continuare nell’opera di contrasto alla violenza già chiaramente emersa nel corso della manifestazione, quando la contrapposizione tra la stragrande maggioranza dei manifestanti e la minoranza di teppisti è stata evidente, e ne sa qualcosa il compagno di SEL che ci ha rimesso parti di una mano. Allora forse va esplicitata la scelta della non violenza come tratto identitario del movimento, scelta ineludibile per costruire un’alternativa ad un sistema predatorio e violento come il finanzcapitalismo e i suoi terminali politici nazionali.

I violenti dovrebbero essere comunque considerati degli “infiltrati”, al di là di chi li paga e se li paga, perché corpi estranei rispetto alla natura stessa di un grande movimento mondiale che ha l’ambizione di porre in crisi l’attuale modello di sviluppo e denunciare l’arraffamento da parte di pochi della ricchezza dei moltissimi, che diventa furto di futuro per i giovani di tutto il mondo. Vogliono portarci indietro di decenni, non cadiamo nelle loro trappole.

Dalla vittoria dei violenti di sabato può nascere la loro sconfitta definitivaultima modifica: 2011-10-17T20:09:00+02:00da sdluca1
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