Ikea: la Provincia rispetti il suo piano territoriale

I Presidente della Provincia ribadisce che il progetto di insediaikea.jpgmento di Ikea a Casale Sul Sile dovrà passare per la Provincia. E’ corretto che Muraro richiami la competenza della Provincia sull’insediamento della multinazionale svedese nel territorio provinciale, dato che il progetto è evidentemente di rilievo sovra comunale e dato che da marzo 2011 le competenze urbanistiche un tempo regionale sono state trasferite, seppur con 25 anni di ritardo, alla Provincia. Il punto di riferimento della pianificazione urbanistica provinciale è il PTCP, e questo prevede una direttiva espressamente per i centri commerciali. Prevede che vengano insediate solo nelle aree produttive non ampliabili, cioè da riconvertire ad altro utilizzo.

Norme tecniche di attuazione del PTCP

Articolo 17 Direttive per le attività terziarie

1. Nuovi insediamenti commerciali di grande distribuzione sono localizzati esclusivamente nelle aree produttive di cui al precedente articolo 13, comma 1, lettera b) e commi 2 e 3, definite non ampliabili secondo il PTCP purché:

1) adeguatamente connesse al sistema viario principale ed in particolare ai nodi infrastrutturali ovvero previa positiva valutazione dell’impatto sulla viabilità secondo quanto disposto dalla vigente legislazione in materia commerciale;

2) assoggettati a specifica verifica relativa alle misure di mitigazione e di compensazione rese necessarie

dall’intervento in relazione a quanto disposto dal successivo articolo 32.

2. La eventuale priorità nella realizzazione di queste strutture sarà riconosciuta agli ambiti di territorio che, in rapporto alla concentrazione demografica e alla qualità della connessione con la viabilità principale, risultano meno dotati di simili strutture tenendo anche in considerazione eventuali misure che permettano la sopravvivenza di attività di commercio di vicinato. Le amministrazioni comunali, tramite il PRC, dovranno individuare, all’interno del loro territorio comunale, quelle aree in cui risulta carente la presenza di esercizi commerciali a servizio delle fasce più deboli della popolazione, e definire di conseguenza, adeguate misure per incentivare la loro localizzazione.

3. Nelle aree a destinazione terziaria, in quanto dotate delle opere di urbanizzazione primaria ed in particolare di impianto fognario, lo strumento urbanistico comunale dovrà:

a) prevedere, quando possibile, il riutilizzo delle acque depurate da impiegarsi per attività di lavaggi di mezzi e piazzali, per usi antincendio, per usi industriali, per innaffiamento zone verdi e simili;

b) prevedere e favorire sistemi per il recupero delle acque piovane da far convogliare, dopo la selezione delle acque di prima pioggia, in vasche di stoccaggio per il loro successivo riutilizzo;

c) prevedere che lo scarico di acque, depurate e piovane, in un corso d’acqua sia in ogni caso concertato tra l’Autorità competente per territorio, i comuni coinvolti territorialmente ed il Gestore del corso;

d) prevedere che le superfici scoperte destinate a parcheggi, cortili interni o esterni siano realizzati mediante l’utilizzo di materiali drenanti ed assorbenti, posati su appositi sottofondi che garantiscano una buona infiltrazione nel terreno.

Quando Muraro richiama la necessità di un voto del Consiglio Provinciale per modificare il Piano, si riferisce in realtà ad una deroga ad aziendam rispetto ad un principio generale sancito nel piano.

La Provincia di Torino ha ritenuto di non derogare rispetto al proprio piano, che pone come prioritario lo stop al consumo di territorio agricolo, e a luglio ha espresso parere negativo sul progetto di Ikea di insediarsi in un’area agricola nel comune di La Loggia, chiedendo lo spostamento in un area dismessa.

Crediamo che la provincia di Treviso, se vuole essere seria, non possa aver fretta di buttare al macero un piano costato annidi lavoro e parecchie risorse pubbliche, e una competenza, quella del governo e della programmazione del territorio, attesa per tanti anni.

Come dimostrano le sempre più ricorrenti catastrofi geologiche, il governo e la pianificazione del territorio sono esigenze urgenti e fondamentali per il paese. E’ un compito che spetta agli enti pubblici e non alle programmazioni strategiche di sviluppo particolare dei soggetti privati, perché diverse, evidentemente, sono le finalità.

La promessa occupazionale di 1500 posti di lavoro, che condiziona pesantemente qualsiasi riflessione pacata, è una promessa tutta da verificare, e ci pare cinico, in questa fase, alimentare illusioni in chi è nella drammatica situazione di dover cercare un lavoro. Non esiste nessun centro Ikea con un tal numero di addetti. Si tratta di un calcolo virtuale, non di un impegno ad assumere.I negozi Ikea impiegano dai 200 ai 250 addetti, quindi quella può essere la dimensione realistica del progetto. Se poi attorno viene aperto un ipermercato, più decine di negozi, bar e ristorante, cinema e quant’altro, allora, eventualmente, in futuro, potrebbero esserci altri posti di lavoro. Che però non si creano dal nulla ma comporteranno la perdita di posti di lavoro da altre parti.

Se guardiamo al centro Ikea di Villesse a Gorizia, che pare sia il punto di riferimento del progetto su Casale, lì il negozio Ikea è stato inaugurato giusto 2 anni fa, selezionando 240 dipendenti su 6000 richieste. Di queste assunzioni iniziali, che dovrebbero essersi poi ridotte a 220, il 74% era a tempo parziale (pare che sia lo standard di Ikea un 70% di addetti part time, quindi ragionando in termini di posto di lavoro da 8 ore, i numeri reali di occupati sono parecchio inferiori). Attorno al negozio Ikea non si è ancora concretizzato il parco, dove dovrebbero aprire non 10 ma 180 negozi, e dove è in discussione il trasferimento dell’IperCoop e della SME che chiuderebbero a Gradisca per spostarsi nel nuovo parco, con grande disappunto del Comune di Gradisca che sta aumentando la disponibilità delle proprie aree commerciali per non perdere i due insediamenti.

Bisognerebbe, dunque, non illudere i trevigiani che cercano lavoro alimentando speranze infondate, considerando che i tempi previsti per la realizzazione si contano in anni e non in mesi.

Ikea: la Provincia rispetti il suo piano territorialeultima modifica: 2011-10-30T16:29:00+01:00da sdluca1
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