Per la più bella del mondo

Per la più bella del mondo

Le prossime elezioni politiche dovranno decidere la strada che il paese intende intraprendere dopo la lunga sbornia berlusconiana e il purgatorio del governo dei presunti tecnici. Le politiche di austerità hanno ridotto il paese allo stremo, è aumentata la 

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povertà e la disoccupazione, il debito pubblico ha raggiunto il massimo storico, la precarietà e l’insicurezza dilaga tra i lavoratori, l’incertezza del futuro getta un ombra oscura sulle famiglie, i servizi pubblici fondamentali come scuola e sanità sono minacciati da tagli brutali e semplificazioni aziendalistiche, il nostro patrimonio ambientale e artistico rischia di scomparire, i diritti civili sono scomparsi dal tavolo della discussione. Possiamo consolarci con le parole di chi ci assicura che il paese è stato salvato dal baratro, oppure impegnarci per una vera rinascita del paese con politiche antitetiche a quelle perseguite dalla destra berlusconiana e che il governo dei tecnici non ha sostanzialmente modificato. Abbiamo una guida fondamentale, che è la più bella del mondo, e che aspetta una classe politica che intenda davvero dare applicazione a quelli che i padri della Repubblica indicarono come gli obiettivi di giustizia, di uguaglianza e di sviluppo materiale, civile e culturale della nostra comunità, scolpendoli nella nostra Costituzione.

Mario Monti ha riesumato la vecchia storiella per la quale le categorie di “destra”e “sinistra” non avrebbero più significato. E’ una vecchia solfa, sulla quale già 20 anni fa Norberto Bobbio disse cose definitive: “”Se vi è un elemento caratterizzante delle dottrine e dei movimenti che si sono chiamati e sono stati riconosciuti universalmente come sinistra, questo è l’egualitarismo, inteso, ancora una volta, non come l’utopia di una società in cui tutti gli individui sono uguali in tutto, ma come tendenza a rendere eguali i diseguali.” La negazione del discrimine dell’eguaglianza serve a occultare quella che è la vera emergenza del nostro paese: la crescente disuguaglianza tra i pochi che se la passano bene e i tanti che invece non se la passano per niente. C’è invece bisogno di sinistra, e di più sinistra nel centrosinistra.

Non è vero che un paese funziona meglio se si lascia fare al mercato e lo Stato si restringe in un ruolo minimale. Questa ideologia, che ha strabordato negli anni ’80 sull’onda della Tatcher e di Reagan, va archiviata per sempre perché pericolosa, come dimostra la politica americana, dove il rifiuto ostinato dei repubblicani di togliere le agevolazioni fiscali ai ricchi rischia in questi giorni di innescare una nuova recessione a livello mondiale.

La redistribuzione al contrario avvenuta negli ultimi decenni, con spostamenti enormi di ricchezza dal lavoro alla finanza, e dai lavoratori alla speculazione finanziaria, e dai dipendenti ai manager strapagati, deve lasciar posto a politiche di giustizia sociale. Una seria tassazione delle transazioni finanziarie speculative, una vera patrimoniale, una revisione delle regole del mercato finanziario per ridare priorità all’economia reale rispetto a quella di carta, una riforma fiscale a favore del lavoro e contro le rendite, sono  misure sulle quali il prossimo Parlamento deve darsi da fare. Così come vanno riattivati i meccanismi dell’ascensore sociale, che possano consentire anche al figlio dell’operaio di avere le stesse possibilità del figlio del notaio: anche per questo va difesa la scuola pubblica e l’università pubblica, stritolate dai tagli tremontiani e montiani e da logiche ragionieristiche che non contabilizzano mai le cose più importanti.

Conservatore è chi si attarda in ricette economiche che hanno portato, vedi il caso greco, troppo spesso a sfaceli sociali. Conservatore è chi ritiene che il primato dell’economia di mercato su tutti gli aspetti della vita delle persone in carne e ossa possa far dimenticare l’arretratezza in tema di diritti che inchioda il nostro paese ad una realtà tristissima, nella quale il parlamento non riesce ad approvare una legge contro l’omofobia, nella quale dentro la Chiesa emergono posizioni deliranti sul rapporto uomo-donna senza che si provveda ad una immediata rimozione di questi cattivissimi maestri, nella quale il dramma carcerario si distilla in suicidi sempre più frequenti, nella quale si perseguitano le coppie che chiedono la fecondazione assistita e le coppie omosessuali che vogliono promettersi pubblicamente amore.

Conservatore è chi contrappone le ragioni del presunto sviluppo e dell’occupazione alle ragioni della salute e dell’ambiente, quando invece è di un nuovo modello di sviluppo che abbiamo bisogno come l’aria, per uscire dalla secche nelle quali una crescita disordinata e indifferente alle ragioni della vita ci ha condotto.

Conservatore è chi ritiene che nel mondo complesso e interdipendente di oggi, si possa credere che il potere debba concentrarsi dentro cerchie sempre più ristrette di tecnocrati o di oligarchi, e non invece diffondersi e contaminarsi con la società viva e le sue mille realtà ed energie. Continuare a mortificare il sistema delle autonomie locali, a svuotare di ruolo le assemblee elettive, a rinsecchire e chiudere i canali della partecipazione,  a non porsi il problema della qualità e della libertà dell’informazione, in nome di un efficientismo sciocco che è la maschera di un nuovo autoritarismo, significa condannare il paese a macerarsi inutilmente e in eterno tra il disprezzo dei potenti per il popolo e il disprezzo indifferenziato del popolo per la politica.

Il nostro posto è in Europa, ma l’Europa è il luogo dei diritti dell’uomo e della civiltà europea, non il consiglio dei primi ministri conservatori che impongono ai popoli politiche feroci per salvaguardare le banche. L’Europa che serve e che vogliamo è quella dell’Erasmus e della ricerca scientifica, quella del reddito minimo e dei diritti civili, quella dell’integrazione multiculturale e della laicità, è quella che boccia la candidatura alla commissione europea di Buttiglione perché è un omofobo, che mette sotto inchiesta l’Italia per la situazione carceraria, per lo smaltimento dei rifiuti in discarica, per le agevolazioni alla Chiesa sull’ICI.

Gli Stati Uniti d’Europa sono il nostro obiettivo, perché il deficit di democrazia dell’attuale Unione Europea sta diventando insopportabile, e la logica puramente intergovernativa porta oggi a un predominio ingiustificato della destra conservatrice sull’intera costruzione europea.

Per tutto questo, la politica che SEL deve portare in Parlamento e al Governo è una politica di valori antichi e attuali e di proposte nuove:

reddito minimo garantito, come politica sociale anti-precarietà e anti-povertà e come politica attiva del lavoro, contro i ricatti di lavorucci e lavoretti da accettare per disperazione;

difesa della dignità del lavoro, contro la manipolazione dell’art. 18, e per la democrazia e la legalità sui luoghi di lavoro, contro il modello Marchionne e l’insicurezza e il lavoro nero. Ripristino immediato di tutte le norme sul lavoro abrogate da Sacconi Berlusconi nel primo decreto dopo il cambio di governo del 2006 (dimissioni in bianco, norme sulla sicurezza), legge sulla rappresentanza sindacale;

tassazione patrimoniale sul modello francese, ad aliquote crescenti, per finanziare il reddito minimo e politiche sociali;

revisione radicale della legge 30, per disboscare la selva delle tipologie contrattuali. Le tipologie fondamentali di lavoro sono quello dipendente e quello autonomo, i modi per mescolarli sono delle fregature per i lavoratori;

diritti per le coppie di fatto etero e omosessuali, allargati il più possibile, legge sul fine vita scritta in libertà da ingerenze straniere, riforma del diritto di famiglia, legge contro l’omofobia e le nuove forme di discriminazione, provvedimenti contro la piaga del femminicidio;

rimessa in discussione della controriforma Fornero sulle pensioni, che toglie lavoro ai giovani facendo dell’Italia il paese in Europa nel quale si lavora più a lungo, e che trabocca di ingiustizia verso i lavoratori precoci, gli esodati, i giovani che non avranno in futuro una pensione pubblica dignitosa.

normative a difesa del paesaggio, dell’ambiente, della salute. Serve una legge urbanistica nazionale, serve uno stop al consumo del territorio più serio di quello solo annunciato dal Governo, una riqualificazione del patrimonio edilizio di bassa  qualità, una messa in sicurezza del territorio come la  più grande e urgente opera pubblica.

Il premier socialista Jospin usava una formula efficace “sì all’economia di mercato, no alla società di mercato” per rappresentare quella tensione alla socialità e quel rifiuto della solitudine armata di diffidenza e di competizione esasperata che muove il nostro impegno per una società migliore. Se la politica non si chinerà a guardare alle sofferenze del paese reale, e a riparlare di salute mentale, di politiche contro le droghe, di non autosufficienza e di disabilità, di stato delle periferie, di lotta all’emarginazione, vinceranno gli uomini grigi con la valigetta piena di soldi che si fumano il nostro tempo.

Per questo e per altro è e sarà il mio e nostro impegno, per questo paese e per questa malmessa Repubblica, che per ritrovare il senso della sua Costituzione ha bisogno che un grande comico trovi le parole che la politica ha smarrito, per inseguire gli anglesismi e la sloganistica pubblicitaria.

Per la più bella del mondo

Per la più bella del mondoultima modifica: 2012-12-29T20:57:00+01:00da sdluca1
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