Decreto IMU, una scelta fiscale di destra

Il decreto del governastro di larghe intese di giovedì scorso prevede misure fiscali che aumentano l’ingiustizia sociale, togliendo ai poveri per dare ai ricchi. Per brevità, potremmo definirlo un provvedimento che profuma di destra. Prendiamo solo alcuni punti:

Abolizione dell’IMU

si prevede l’abolizione della prima rata dell’IMU, che era già stata spostata a metà settembre, e ci si impegna a cancellare anche la seconda, quindi ad archiviare per sempre la tassa ideata dal governo Berlusconi e introdotta a fine 2011 dall’attuale maggioranza PD-PDL-centristi, che a quel tempo reggeva il governo di Monti. L’abolizione dell’Imu sulla prima casa non viene applicata solo ad alcune tipologie catastali, riferite a ville e abitazioni di lusso, che si riscontrano raramente. Nella sostanza, tutte le abitazioni nei centri storici delle grandi città, gli attici più prestigiosi, le villette fuori porta, la stragrande maggioranza delle residenze più esclusive di tutti i ricchi d’Italia saranno esentate dal pagamento dell’IMU, così come saranno esentati dal pagamento dell’IMU i parlamentari, i direttori di giornale, gli imprenditori, i generali, i professionisti più facoltosi, i grandi banchieri, gli evasori fiscali. In barba a tutte le promesse del PD, i ricchi vengono esentati dall’IMU, quindi passa in toto la proposta di Berlusconi. L’esenzione dell’Imu non rappresenta di per sé un grande vantaggio economico per chi ha già buone disponibilità, ma quel mancato introito andrà coperto dai soliti noti e quindi si traduce in uno spostamento di risorse dai poveri ai ricchi. C’è comunque un vantaggio economico per alcuni cittadini derivante dall’abolizione totale dell’IMU sulla prima casa, e guarda caso è un vantaggio crescente quanto più alto è il reddito. Secondo le elaborazioni dello stesso Ministero dell’Economia: “L’esenzione dall’IMU dell’abitazione principale avrebbe un effetto fortemente regressivo: il beneficio aumenterebbe al crescere delreddito complessivo.I contribuenti con redditi tra i 75 mila euro e i 120 mila euro risparmierebbero infatti 455 euro e quellicon redditi superiori a 120 mila euro 629 euro. Al contrario, il beneficio per i contribuenti più poveri sarebbe sensibilmente inferiore: per i contribuenti con reddito fino a 10 mila euro ilrisparmio sarebbe di soli 187 euro.” Quindi il Governo non può neppure affermare di non sapere quello che stava facendo, e quando Enrico Letta afferma di aver messo in pratica la proposta del PD in campagna elettorale, insulta il proprio partito.

Polizze vita e infortuni

La detrazione per le polizze vita e infortuni viene più che dimezzata già nel 2013, in barba al divieto di retroattività previsto dallo Statuto del Contribuente. Significa che se fino al 2012 si poteva scaricare fino a 1291 euro di spese di polizze vita o infortuni per avere un rimborso IRPEF del 19% sulla spesa sostenuta, quindi fino a un massimo di 245 euro, nella prossima dichiarazione dei redditi si potrà recuperare invece fino a un massimo di 120 euro di Irpef, e in quella per il 2014 solo 44 euro.

La manovra sulle polizze vita e infortuni del Governo Letta-Alfano ha una valenza redistributiva all’incontrario. Colpire in maniera così radicale e drastica il ceto medio basso è una vergogna, nel momento in cui si decide di eliminare il pagamento dell’Imu anche per i ricchi e ricchissimi. Se proprio si voleva pescare soldi in quell’ambito, si sarebbe potuto intervenire sulle nuove polizze, quelle ancora da stipulare, in modo che le regole del gioco fossero chiare da subito, senza invece tirare una fregatura a coloro che, magari, hanno sottoscritto una polizza quest’anno contando anche sul rimborso fiscale nella prossima dichiarazione dei redditi, ed ora si trovano vincolati a quell’investimento per un tot di anni e con la detrazione abbattuta, e dunque devono mettere in conto una perdita anche di 1.000 e più euro, rispetto ai conti che si erano fatti, grazie al decreto di giovedì scorso. Oppure, meglio ancora, anziché intervenire sulla detrazione per le polizze vita sarebbe il caso di intervenire sulle deduzioni per i piani pensionistici. La differenza tra i due benefit fiscali è che la detrazione opera in misura fissa del 19% fino ad un tetto massimo prefissato, ed è quindi uguale per tutti, mentre la deduzione opera in riduzione del reddito totale su cui si calcola l’imposta, e quindi in questo caso il beneficio cresce al crescere del reddito. Con il meccanismo della deduzione, a parità di importo della spesa, mettiamo siano 3.000 euro annui, un precario recupera 690 euro di Irpef, un operaio o impiegato 810 euro, un dirigente o un qualsiasi benestante recupera invece ben 1.290 euro. Il tetto massimo di spesa deducibile per i piani pensionistici è di 5.164,57, il che significa che la forbice tra il beneficio fiscale del ricco e del povero può arrivare fino a 1.033 euro, a parità di spesa sostenuta. Una evidente iniquità che avvantaggia i redditi più alti; non a caso le riforme fiscali del centrodestra tendenzialmente hanno privilegiato le deduzioni rispetto alle deduzioni, più care al centrosinistra. Oggi che il governo di larghe intese si regge sulle strategie politiche del centrodestra, è chiaro che la scure viene calate sulle detrazioni.

Cedolare secca

Il decreto prevede una riduzione della cedolare secca sugli affitti a canone convenzionato dal 19 al 15%, con effetto retroattivo, da quest’anno. La cedolare secca è stata introdotta dal governo Berlusconi per far pagare meno tasse a chi ha già un reddito e inoltre percepisce anche degli affitti. Chi sceglie questo tipo di pagamento delle imposte, versa una percentuale fissa sull’importo dell’affitto incassato. Precisamente il 21% dell’importo dell’affitto registrato, oppure il 19% in caso di contratto di affitto convenzionato. La tassazione ordinaria prevede invece che i redditi da locazione vadano sommati a tutti gli alti redditi del contribuente, e sul totale del reddito annuo si calcolavano le imposte dovuto. Con questo meccanismo, al salire del reddito complessivo sale anche il livello di tassazione, secondo la regola della progressività prevista dalla Costituzione, e quindi il reddito da affitto veniva tassato in maniera variabile a seconda della quantità degli altri redditi ai quali andava sommata. Il vantaggio della cedolare secca è dunque maggiore per i più ricchi e inferiore per i più poveri. Sotto un certo livello di reddito diventa conveniente il sistema di calcolo tradizionale, al salire del reddito sale invece la convenienza della cedolare secca. Secondo il Governo, questa misura serviva a far emergere i contratti di affitto in nero e i nuovi contratti registrati avrebbero compensato le perdite fiscali della cedolare secca. In realtà, non pare proprio che sia successo questo. Un rapporto della CGIL di qualche mese fa dimostra, dati alla mano, come la cedolare abbia prodotto una diminuzione delle entrate fiscali di circa 800 milioni di euro nel biennio 2011-2012 senza produrre aumenti significati dei contratti registrati. Quindi non funziona il meccanismo per il quale, a chi paga 0 di tasse, si promette di far pagare 5 anziché 9 di tasse se si mette in regola: chi paga 0 preferisce continuare a pagare 0. Perché allora il governo Letta-Alfano, con i chiari di luna che sono noti, fa una operazione di riduzione fiscale sulla cedolare secca ? Il governo accampa la storiella della emersione del nero, ma se così fosse allora aveva senso far partire la riduzione dal 2014 e non dal 2013. Fatta ora, è infatti chiaro che si tradurrà in una riduzione degli introiti fiscali da cedolare secca, per donare uno sgravio fiscale ad alcuni proprietari immobiliari.

Insomma, anche senza contare i tanti tagli previsti dal decreto su voci di spesa importanti, basti qui ricordare il taglio alle risorse per combattere l’evasione fiscale, la filosofia fiscale che pare spingere questo governo è giusto il contrario di quanto andrebbe fatto, in un paese afflitto da una profonda disuguaglianza sociale e da una iniqua distribuzione del reddito e della ricchezza.

 

 

Decreto IMU, una scelta fiscale di destraultima modifica: 2013-09-03T15:21:37+02:00da sdluca1
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