Questo 25 Aprile

In questo 25 aprile del 2014 vi sono almeno due grandi questioni aperte sul presente che ci rimandano  al significato di questo anniversario della Liberazione.

La prima riguarda la sovranità nazionale. Il 25 aprile del 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia proclama a Milano l’insurrezione generale per cacciare i tedeschi. E’ Sandro Pertini che alla radio annuncia lo sciopero generale: « Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire. ». Fortunatamente, oggi non vi è in Italia alcuna occupazione militare e il rapporto con la Germania si pone in tutt’altri termini. Epperò, è ben vero che la nostra cessione di sovranità nazionale in direzione dell’Unione Europea che si è verificata negli ultimi anni è stata più una cessione di sovranità alla conventicola dei capi di governo dell’Unione, egemonizzata dalla leadership tedesca, piuttosto che il contributo alla nascita di una vera Unione Europea dei cittadini, democratica e inclusiva. Quando invece, il progetto degli Stati Uniti d’Europa, che nel 1941 l’antifascismo italiano seppe esprimere con incredibile lucidità nel manifesto di Ventotene, scritto dal confino da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, prevedeva che per assolvere ai propri compiti “la Federazione deve disporre di una magistratura federale, di un apparato amministrativo indipendente da quello dei singoli stati, del diritto di riscuotere direttamente dai cittadini le imposte necessarie per il suo funzionamento, di organi di legislazione e di controllo fondati sulla partecipazione diretta dei cittadini e non su rappresentanze degli stati federati”. Tra breve andremo a votare alle elezioni europee, con una legge elettorale incostituzionale e antidemocratica, e nella totale confusione di idee e programmi in merito al futuro dell’Unione Europea. Ci soccorre, e ci occorre ancora, la limpida visione di Spinelli e Rossi quando pensavano agli Stati Uniti d’Europa come fattore di pace, con un esercito unico e una politica estera comune, e scrivevano: “la federazione europea riduce al minimo le spese militari, permettendo così l’impiego della quasi totalità delle risorse a scopi di elevazione del grado di civiltà”. Allora, la lotta per la sovranità nazionale e per “la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine”, nel tempo di oggi è la questione della ricostruzione di una sovranità democratica in Italia e la costruzione di una nuova sovranità democratica a livello europeo, che passa attraverso la radicale messa in discussione della natura intergovernativa e tecnocratica del governo dell’Unione.

L’altro tema di cui ci parla il 25 aprile è la nostra Costituzione, figlia di quella stagione di lotte e di quella capacità di unità nelle differenze che il fronte antifascista seppe mettere al servizio della nascita della Repubblica e della costruzione della democrazia. Oggi siamo di fronte ad un disegno di revisione profondissimo della Costituzione. Tramontato il progetto di mettere in campo una procedura straordinaria per aggirare l’art. 138 e costruire una commissione parlamentare nella quale concordare tra i due maggiori, o quasi, partiti le regole a misura loro, così come qualche anno addietro si fece dentro una baita a Lorenzago, oggi che tutto è più spudorato si è di fronte ad un patto privato tra due capipartito, uno dei quali condannato a quattro anni e affidato ai servizi sociali per frode fiscale, l’altro che conta su una forza parlamentare eletta con un mandato e in una alleanza compeltamente diversi. Questo Parlamento, eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale perché non rispettosa del principio di rappresentatività, dovrebbe quindi ratificare il disegno di riforma costituzionale che promana non da sé stesso ma dal Governo, sulla base di un accordo privato extraistituzionale. Siamo in una situazione che legittima l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia a dire che non siamo in una situazione di normalità democratica. La riscrittura della carta fondamentale non può essere dettata da esigenze elettoralistiche o, peggio, personalistiche, di questo o quel capo partito, e realizzata da un parlamento che la corte costituzionale ha sostanzialmente delegittimato della sua funzione costituente perché poco rappresentativo del popolo italiano. E anche nel merito delle proposte, l’idea di accentramento dei poteri e di riduzione del coinvolgimento elettorale e democratico dei cittadini contenuta nel patto dei capi dei capi va in direzione opposta a quanto bisogna invece chiedere si realizzi a livello europeo e a livello nazionale: un rinnovamento democratico reale delle forme e della sostanza della politica e delle istituzioni che metta al primo posto le persone, il lavoro, i diritti, l’ambiente.

Per questo il 25 Aprile è un anniversario e una festa che ancora ci chiama alla lotta, pacifica e democratica, per la liberazione dalle nuove forme di oppressione che affliggono il nostro e gli altri popoli europei.

 

Questo 25 Aprileultima modifica: 2014-04-24T10:17:14+02:00da sdluca1
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