Unioni civili: che sia la volta buona o l’ennesima bufala?

Matteo Renzi pare abbia dato una nuova scadenza per la legge sulle unioni civili. Chissà se è vero. L’Italia è uno dei pochissimi paesi europei a non regolamentare le unioni civili per unioni-civili-roma-1riconoscere diritti ai conviventi. Giova ricordare che il momento nel quale ci si spinse più avanti resta la discussione sui Pacs al tempo dell’ultimo governo di Prodi, quando la maggioranza era composta da L’Unione, che poi portò alla proposta del DiCo. Sul fronte del centrodestra si discusse dei DiDoRe.

In tema di diritti civili Renzi era il meno spinto tra i contendenti alle primarie del PD che lo  incoronarono segretario. La sua proposta era quella di importare in Italia il modello inglese della civil partneship. Cuperlo e Civati avevano proposte molto più avanzate. Nondimeno, appena eletto, alla assemblea nazionale del suo partito alla Fiera di Milano, il 15 dicembre del 2013 Renzi mise come priorità per l’azione di governo la legge sulle unioni civili e quella sullo ius soli, provocando qualche fibrillazione all’interno del governo Letta. Pochi giorni dopo viene presentato al Senato un disegno di legge che mette nero su bianco la proposta,  a firma del renziano Andrea Marcucci. A gennaio il segretario del PD insisteva perché nel patto di coalizione delle forze che reggevano il governo ci fosse particolare attenzione al tema dei diritti civili: “All’interno del patto di coalizione che si dovrebbe siglare a gennaio, tra le forze che sostengono la maggioranza, sarà cura del PD chiedere dunque che ci sia un capitolo Diritti Civili che comprenda non solo le modifiche alla Bossi Fini o le unioni civili per persone dello stesso sesso o la legge sulla cooperazione internazionale o i provvedimenti per le famiglie, ma anche una disciplina più moderna ed efficace delle adozioni. Pensandoci bene, questi non sono Diritti Civili, ma Doveri Civili: un Paese che non si occupa in modo serio di questi argomenti come fa a definirsi civile?”

Dopo aver liquidato a febbraio Enrico Letta e aver preso il suo posto, e aver tolto di mezzo il ministero delle pari opportunità, nel discorso con il quale chiede la fiducia al Senato già cambia i toni, all’insegna della prudenza e del pragmatismo: “Oggi una mia amica mi ha scritto: «Se devi approvare una forma di unioni civili che non sia quella che vogliamo noi, allora non approvarla». No, non è così: sui diritti si fa lo sforzo di ascoltarsi, di trovare un punto di sintesi. Questo è un cambio di metodo profondo. Sui diritti si fa lo sforzo di trovare un compromesso anche quando questo compromesso non ci soddisfa del tutto. Ci ascolteremo reciprocamente, ma la credibilità su questo tema sarà il punto di caduta di un’intesa possibile, che già è stata costruita nel corso di questi giorni. Lo vedremo.”

In linea con la nuova linea iperprudente, il 6 marzo alcuni senatori ipercattolici e renziani del PD presentano un altro disegno di legge, più moderato e con l’intento di assecondare le gerarchie cattoliche. La commissione Giustizia lavora sui diversi disegni di legge presentati, e arrivava all’elaborazione di un testo unificato, che prende il nome dalla deputata Cirinnà che ne è la relatrice. Il testo unificato è un po’ più spinto di quanto non lo sia quello di ispirazione renziana, e può contare sul sostegno di SEL e 5stelle, e sull’opposizione del Nuovo Centrodestra.  Nell’assemblea nazionale del PD il 14 giugno Renzi annuncia che la legge andrà al voto nel mese di settembre. C’è preoccupazione nelle gerarchie cattoliche, ma in un intervista il 27 luglio al quotidiano dei vescovi arriva la retromarcia e Renzi dichiara: “Sarà superato il ddl Cirinnà perché anche in questo campo vedremo una proposta ad hoc del governo, che è pronto a prendere una sua iniziativa». In parlamento, l’iter viene quindi bloccato dalla maggioranza, la commissione prende tempo e si spacca, finché il 26 novembre decide di prolungare i lavori ascoltando esperti. Il governo dà più volte per imminente il disegno di legge governativo, il sottosegretario Scalfarotto dichiara il 10 ottobre: “Stiamo lavorando a questo schema fin dalla Leopolda del 2012 e ormai i tempi sono maturi”.

Ma il tempo  passa e in Consiglio dei Ministri non arriva nessun testo, nonostante Antonella Manzione, l’ex capo dei vigili nominata da Renzi responsabile dell’ufficio legislativo del Governo, abbia avuto l’incarico di preparare un testo da portare entro fine ottobre. Famiglia Cristiana informa che il Governo sposerà i contenuti della proposta di marzo dei senatori cattolici, a prima firma della storica della Chiesa Emma Fattorini. Ma Renzi cambia di nuovo posizione e annuncia che il disegno di legge Cirinnà andrà in aula a gennaio. E gennaio passò. Ora l’ennesimo annuncio di Renzi, il disegno di legge andrà in aula al Senato dopo quello anticorruzione. Che sia la volta buona ? Visti i precedenti, c’è di che dubitare. Anche se c’è un elemento che può far pensare che questa sia davvero la volta buona ed è l’avvicinarsi della campagna elettorale per le elezioni regionali. In campagna elettorale pare sia d’obbligo fare la mossa di spostarsi a sinistra, per aumentare i consensi, e appena dopo tornare al moderatismo e alla prudenza estrema.

Unioni civili: che sia la volta buona o l’ennesima bufala?ultima modifica: 2015-02-11T17:54:34+01:00da sdluca1
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