La divisa, oscuro oggetto dei desideri salviniani

Né il capo della Polizia né quello dei Vigili del fuoco si travestono da poliziotti o da vigili. Così come nessun ministro delle democrazie occidentali usurpa la divisa delle forze dell’ordine. Tantomeno il ministro Tria si traveste da finanziere né la ministra Trenta si veste da carabiniere. Nemmeno la ministra Grillo va in giro in camice e neppure il Toninelli si finge ferroviere. Bonafede non indossa la toga e il ministro Costa la divisa l’ha messa via. Il fenomeno da baraccone invece insiste, forte della copertura del suo avvocato che occupa Palazzo Chigi e della acquiescenza collettiva che in Italia circonda sempre gli sbruffoni e i cantori di sé stesso. Per cercare di rappresentare il contrario di quello che è, la legalità e l’ordine, mentre fomenta divisioni, alimenta clandestinità, indulge verso alcuni criminali e criminalizza innocenti, e agisce fuori dalla legge sull’interpetazione del proprio ruolo.

Vien da rimpiangere il papà, anzi il Papi,  di tutti questi clowneschi neopopulisti demagoghi. Il Silvio uno e centomila, operaio con gli operai, contadino con i contadini, imprenditore con gli imprenditori. Lì c’era tutta la sapienza e la tecnica del venditore, la cultura del marketing applicata alla politica. Qui invece si pesca a piene mani nel repertorio classico della propaganda del potere autoritario, si allude ai regimi militari, si echeggia il ventennio, non si vuol piacere a tutti ma schiacciare i dissidenti e additarli come nemici del popolo. E quelli del blog, dell’uno vale uno e sciocchezze varie, che dovendo uscire dalle fumisterie delle loro patturnie infantili di fronte alla sfida del governo, si aggrappano e assumono quel pensiero forte che si accorgono di non avere.

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La divisa, oscuro oggetto dei desideri salvinianiultima modifica: 2018-12-24T23:28:11+01:00da sdluca1
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